Pesca con reti a strascico, multati e sequestrati 4 pescherecci

Quattro pescherecci, due della marineria di Ortona, uno di quella di Pescara e uno di quella di Corigliano Calabro ma in attività a Pescara, sono stati “beccati” ieri e l’altro ieri, martedì 12 e mercoledì 13 aprile, dagli uomini della Guardia Costiera di Pescara mentre praticavano la pesca con reti a strascico.

L’intercettazione è stata possibile grazie all’impiego delle apparecchiature di bordo installate sui mezzi aerei e delle apparecchiature in uso alla sala operativa della Capitaneria di porto per il monitoraggio del traffico navale.

Rientrati nei rispettivi porti, i 4 pescherecci hanno subìto il sequestro delle attrezzature e del pescato per un totale di circa 53 chili, oltre all’elevazione di quattro verbali amministrativi per un totale di 16mila euro.

L’infrazione riveste un importante significato per il tratto di mare nel quale è avvenuto. Il mare Adriatico è un bacino semichiuso con una profondità non eccessiva, ma di fronte alla città di Pescara, al confine tra le acque internazionali e le acque croate, si trova una depressione, dove i fondali raggiungono profondità ragguardevoli, oltre i 200 metri in media, per arrivare in alcuni punti a 1.200 metri.

La depressione si estende inoltre per un’area ampia ben 2.100 chilometri quadrati, 1.400 dei quali in acque croate denominata Fossa di Pomo, il cui confine è segnato dall’isolotto Jabuka. L’estensione, la profondità e la particolare conformazione dei fondali della Fossa di Pomo attraggono molte specie ittiche che qui trovano l’ambiente ideale per la riproduzione, rendendo così la fossa un’area di importanza fondamentale per la conservazione della biodiversità della fauna sottomarina adriatica.

Ma insieme ai pesci, da anni la fossa attrae anche molti pescherecci, in particolare italiani e croati, che puntano su abbondanti battute di pesca. Per questo motivo nel 1998, quando parte della Fossa di Pomo è stata dichiarata Zona di Tutela Biologica, vi è stata vietata la pesca a strascico. Tuttavia, la mancanza di regolamenti attuativi e la difficoltà di applicare il divieto anche alla flotta peschereccia croata hanno reso vana la norma, permettendo la continuazione di attività illegali di pesca a strascico. A occuparsi del problema è tornato il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che con un decreto del luglio scorso ha imposto il divieto di pesca a strascico nella Fossa di Pomo per il periodo di un anno, a partire dal 26 luglio 2015, demandando al Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera il compito di vigilare.

In base a questo divieto i militari della Guardia Costiera di Pescara hanno aumentato i controlli, sia in mare che in cielo con l’impiego di motovedette e dei velivoli, dotati di apparati di bordo in condizione di intercettare i pescherecci che non rispettano il divieto.

Dall’inizio dell’anno sono state elevate 25 sanzioni amministrative nei confronti di quei pescherecci intenti a praticare la pesca a strascico all’interno della Fossa o responsabili di aver oscurato gli apparecchi di localizzazione prima di entrare nella fossa.