Il Gup (giudice per l’udienza preliminare) del tribunale di Pescara, Maria Carla Sacco, ha accolto la richiesta del pubblico ministero e ha inflitto una condanna a 30 anni di reclusione a Vincenzo Gagliardi, accusato dell’omicidio dell’ingegnere informatico Carlo Pavone, trafitto sotto casa sua a Montesilvano da un colpo di fucile il 30 ottobre del 2013 e deceduto dopo mesi di coma il 16 novembre del 2014.
L’imputato, sul cui capo pendeva l’accusa di omicidio volontario premeditato, era presente alla lettura della sentenza. Nell’aula all’interno del palazzo di giustizia anche Adele e Rocco Pavone, sorella e fratello dell’ingegnere informatico. Secondo l’accusa, l’imputato, che in passato ha lavorato insieme alla moglie di Pavone e con la quale aveva una relazione sentimentale di cui la vittima era a conoscenza, avrebbe atteso l’ingegnere informatico sotto casa e gli avrebbe sparato.
Gagliardi, attualmente agli arresti domiciliari , è stato giudicato con il rito abbreviato come da sua richiesta.
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