Un funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Pescara e un consulente di Formia agli arresti domiciliari per corruzione. Questo le due misure cautelari emesse dal Gip (giudice per le indagini preliminari) del tribunale dell’Aquila, Guendalina Buccella ed eseguite dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Pescara per una mazzetta da 15mila euro (sequestrata) che doveva servire per pilotare un contenzioso pendente alla Commissione Tributaria Regionale Abruzzo e per remunerare altri servizi resi dal funzionario.
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Le indagini sono state coordinate dal Pm (pubblico ministero) David Mancini della Procura della Repubblica del tribunale dell’Aquila e hanno consentito di acquisire un circostanziato quadro indiziario riferito a un grave episodio di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio a carico di G.I., Capo Ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale di Pescara e di P.L.V., commercialista.
L’attività investigativa, svolta anche attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, ha interessato l’operato del funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Pescara nei riguardi di una società con sede legale a Pescara, ma con attività fuori dalla regione Abruzzo, gravata da un pesante contenzioso tributario (valore della controversia circa 38 milioni di euro) peraltro già giudicato in primo grado dalla Commissione Tributaria Provinciale di Pescara in senso favorevole all’Erario.
Nello specifico, nella mattinata del 19 aprile scorso, le Fiamme Gialle pescaresi, che monitoravano le attività degli indagati, avevano filmato a Roma un incontro tra i due indagati e avevano assistito alla consegna al pubblico funzionario da parte del professionista di una busta contenente 15mila euro, che è stata posta sotto sequestro nell’immediatezza del fatto. Sulla base degli elementi raccolti, la somma, consegnata dal P.L.V. nella sua qualità di consulente tributario della predetta società, è stata ritenuta il prezzo del reato di corruzione del pubblico ufficiale (funzionario dell’Agenzia delle Entrate) per pilotare a favore del contribuente il contenzioso tributario pendente alla Commissione Tributaria Regionale Abruzzo, ovvero per adottare una strategia processuale più favorevole allo stesso contribuente, nonché per remunerare altri “favori” resi dal funzionario, tra cui il recente “provvedimento di sospensione amministrativa” emesso dall’Agenzia delle Entrate di Pescara, su iniziativa dello stesso capo dell’ufficio legale, finalizzata ad interrompere l’azione di pignoramento, già intrapresa da Equitalia sui beni della società.
In base alle risultanze delle indagini, infatti, il funzionario oltre ad aver suggerito al commercialista e alla società coinvolta le più opportune strategie difensive, avrebbe egli stesso provveduto a scrivere parti delle memorie difensive o comunque atti nell’interesse del contribuente, ponendo in essere un comportamento in palese violazione dei doveri di efficienza, imparzialità e trasparenza che dovrebbero caratterizzare l’attività dei pubblici funzionari, mostrandosi pronto ad asservire la propria funzione agli interessi privati, a danno dell’Erario ed a proprio vantaggio.