La richiesta formulata dal pm (pubblico ministero) Barbara Del Bono del tribunale di Pescara è per una pena complessiva di dieci anni in merito alla vicenda del fallimento della Pescara Calcio.
La richiesta riguarda gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Nello specifico, l’accusa ha chiesto quattro anni per Nicola Lisi, ex presidente del consiglio d’amministrazione del Pescara Calcio e due anni ognuno per gli ex vertici della banca Caripe, Dario Mancini, Franco Coccioli e Tonino Di Berardino, all’epoca dei fatti rispettivamente direttore generale, vice direttore e presidente dell’Istituto di credito.
Gli altri tre imputati, gli ex presidenti della società Massimiliano Pincione e Gerardo Soglia (ex deputato Pdl), e l’ex vice presidente Francesco Soglia, fratello di Gerardo, saranno giudicati con il rito ordinario.
La decisione del gup (giudice per l’udienza preliminare) per tutti gli imputati è prevista per venerdì prossimo subito dopo le repliche delle parti.
I sette imputati sono accusati, a vario titolo, di bancarotta e bancarotta fraudolenta. Il crac del Pescara Calcio risale al 19 dicembre 2008, quando venne dichiarato fallito, con un passivo di circa 17 milioni di euro. Il 20 gennaio dell’anno successivo, la società venne rilevata all’asta da una cordata di imprenditori locali, che diede vita alla Delfino Pescara Srl.
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