Demolizioni Palazzi Clerico e in via Gobetti a Pescara: ecco quando e i tempi.
Oggi, venerdì 11 settembre, il presidente della Commissione Sicurezza Armando Foschi, al termine della seduta che ha visto la presenza dell’assessore delegato Isabella Del Trecco, ha fornito i dettagli e le informazioni per quanto riguarda gli interventi contro il degrado nelle due zone della città adriatica.
Nello specifico, la seduta della Commissione ha riguardato le situazioni di via Gobetti e dei cosiddetti Palazzi Clerico. Sia per quanto riguarda questi ultimi, che per ciò che concerne alcune strutture e ruderi in via Gobetti, sono state annunciate opere di abbattimento e riqualificazione.
Di seguito la nota diffusa dal presidente Foschi con tutti i dettagli su tempi e modalità di intervento:
“Entro la prossima settimana si aprirà ufficialmente il cantiere della Immotrading per la riqualificazione dell’area di via Gobetti, con l’abbattimento dei ruderi e la riedificazione privata; entro ottobre, massimo novembre, scatterà invece la demolizione dei due manufatti denominati Palazzi Clerico, in via Ilaria Alpi, per la costruzione di tre palazzine di housing sociale per 74 appartamenti in tutto. S’intravede dunque la luce per i due importanti interventi che, prima di ogni altra cosa, ci consentiranno di cancellare il degrado nei due quartieri restituendo serenità ai residenti. A fornire oggi date e numeri è stato l’assessore all’Ambiente e all’Urbanistica Isabella Del Trecco che sta seguendo passo dopo passo il conto alla rovescia.
Partiamo con la situazione di via Gobetti, un’area centrale, a due passi dal fiume, dove oggi, incastonata tra i palazzi residenziali, c’è una vera casbah costituita da ruderi in mattoni, con i tetti sfondati, le tegole cadenti, occupati negli anni da senzatetto che di fatto vivono tra calcinacci, rifiuti, miasmi, senza servizi, in condizioni inaccettabili, sia per la loro dignità sia per i residenti della zona, che si ritrovano a combattere con erba alta, infestazioni di insetti, zanzare e topi, che, come hanno raccontato i cittadini, utilizzano addirittura i 4 alberi di 15 metri presenti nell’area per salire sui balconi dei palazzi adiacenti. In realtà su quell’area, compresa tra via Gobetti e via Don Bosco è previsto un comparto, il numero 2.04, con una progettazione di nuove realizzazioni edificatorie e di servizi di urbanizzazione, tra cui anche l’allargamento della stessa via Don Bosco, come da previsione di Piano regolatore, destinata a diventare una strada a doppio senso. Del problema ci siamo già occupati in Commissione lo scorso 12 febbraio, dunque prima dell’emergenza Covid-19, alla presenza anche del Capo di Gabinetto Guido Dezio e del Comandante della Polizia municipale Danilo Palestini, raccogliendo il disagio dei cittadini esasperati e preoccupati per la presenza di una piccola enclave nascosta e sconosciuta, racchiusa tra i palazzi in pieno centro, una mini-Sarajevo bombardata dal degrado, dai rifiuti e da una condizione generale igienico-sanitaria indecorosa. Parliamo peraltro di un’area privata dove insistono 17 attività commerciali ed edifici residenziali con decine e decine di famiglie costrette a convivere con ruderi e baracche abbandonate, con tetti e mura parzialmente crollate, lasciate nel completo abbandono. È evidente che c’è un problema igienico-sanitario che va risolto, e c’è anche un problema di sicurezza e di difesa della pubblica incolumità perché dalle fotografie scattate dai piani alti dei palazzi si vedono i tetti dei ruderi implosi, crollati all’interno ed è logico che non si può consentire a nessuno, men che meno a disperati, senzatetto, e rifugiati, di dormire, vivere, cucinare, mangiare o permanere all’interno e ci sembra quantomeno anomalo che la proprietà non si sia preoccupata di murare i varchi di quelle baracche. Il permesso a costruire è stato rilasciato dal Comune già nel 2019, ma non è stato ritirato dalla società e teniamo conto che appena qualche giorno fa c’è stata l’ennesima incursione di abusivi, poi fermati dagli agenti della Polizia municipale del Gruppo Giona. Come ha ricordato l’assessore Del Trecco, una serie di incontri con la proprietà ci ha permesso di chiarire che la Immotrading ha ritirato un primo permesso a costruire e una variante per l’inizio dei lavori del Piano edilizio e delle opere di urbanizzazione. A luglio scorso mancavano solo da firmare due contratti di permuta, ma i lavori sono di fatto già stati affidati. E oggi siamo arrivati all’apertura del cantiere: la ditta ha già annunciato di aver avviato l’intervento per l’interramento di un Cavo dell’elettricità finora aereo; ad agosto è stata eseguita una prima derattizzazione e a giorni comincerà la bonifica bellica della superficie, perché parliamo di un terreno limitrofo all’area bombardata durante il secondo conflitto mondiale e sino a oggi mai edificata, quindi il controllo circa la presenza o meno di ordigni inesplosi è fondamentale. Subito dopo verrà eseguita la seconda derattizzazione e bonifica igienico-sanitaria e a quel punto arriveranno le recinzioni per delimitare l’area d’intervento con l’abbattimento dei ruderi e dei 4 olmi, sostituiti da 10 nuovi alberi, e la rimozione delle macerie. Tradotto: entro la prossima settimana i cittadini dovrebbero cominciare a vedere le ruspe muoversi nell’area per un’opera che richiederà circa 24 mesi di tempo. Veniamo invece ai Palazzi Clerico, altro elemento di degrado del quartiere Rancitelli, un vero detrattore ambientale, due scheletri mai completati che da decenni campeggiano nel rione, divenuti luogo di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti, di prostituzione, di traffici illeciti, costantemente, ma inutilmente, sottoposto a opere di bonifica dopo decine di ordinanze sindacali, i cui effetti durante il tempo di un respiro. E per quei Palazzi il consiglio comunale, appena il 23 gennaio scorso, ha approvato una mozione per impegnare sindaco e giunta ad adottare tutte le iniziative possibili e utili per eliminare quel detrattore, sia attraverso nuove ordinanze contingibili e urgenti, sia adottando delle soluzioni urbanistiche adeguate, a partire dall’eventuale abbattimento dei palazzi. Anche su questo fronte l’assessore Del Trecco ci ha ufficializzato l’ultimo incontro avuto appena la scorsa settimana con il Consorzio Abitare proprietario degli scheletri il quale ha annunciato per il mese di ottobre 2020, massimo novembre, l’apertura del cantiere per l’abbattimento dei palazzi che, come da progetto già esaminato dagli Uffici tecnici, verranno sostituiti da tre nuove palazzine di Housing sociale, ovvero a canone calmierato, permettendone sia l’affitto che il successivo riscatto, per 74 alloggi complessivi di cui 31 appartamenti nella palazzina A, 24 nella palazzina B e 19 nella palazzina C, oltre a 250metri quadrati destinati ai servizi sociali. Per la prossima settimana ci sarà l’incontro tra l’assessore-amministrazione comunale e il Consorzio per la stipula della convenzione sociale, mentre l’impresa sta completando le procedure finanziarie con la Cassa Depositi e Prestiti. Ovviamente continueremo a monitorare il rigoroso rispetto dei tempi e delle scadenze perché per Pescara l’autunno 2020 dovrà coincidere con l’avvio di un lungo periodo di riqualificazione urbanistica e sociale”.
foto di repertorio
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