È coinvolta anche la città di Pescara nell’operazione messa in piedi da questa mattina all’alba, lunedì 5 marzo, dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza in collaborazione con i militari dei Comandi Provinciali di Bologna, Pescara e Vibo Valentia.
I finanzieri stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 7 persone tutte accusate, insieme ad altre 8 denunciate a piede libero, della commissione, in tutto il territorio nazionale, di reati inerenti l’illecito utilizzo di carte di credito clonate.
L’attività investigativa è scaturita in seguito a una comunicazione inviata dall’ufficio sicurezza della società Nexi spa (già Cartasì Spa), che gestisce il circuito di pagamento con moneta elettronica, con la quale venivano segnalati dei tentativi di pagamento effettuati in un’azienda di autotrasporti di Pomezia risultati anomali per l’entità dell’importo e l’origine estera della banca che aveva emesso le carte di credito utilizzate.
Dai successivi controlli è emerso come alcune carte di credito utilizzate nella circostanza erano state già usate per effettuare pagamenti, in frode, in altre località d’Italia. Sul versante soggettivo gli indagati, molti dei quali di origine calabrese, erano già noti al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, sia per alcuni precedenti specifici, sia perché presenti nell’archivio delle segnalazioni di operazioni sospette antiriciclaggio assegnate per gli sviluppi investigativi al predetto reparto che, come noto, su tale versante opera a livello nazionale.
In particolare, l’attività criminale veniva realizzata attraverso la preliminare individuazione dell’esercente compiacente titolare di Pos nel quale effettuare i consistenti “pagamenti” e, contestualmente ottenere dal medesimo la restituzione del denaro relativo alla transazione eseguita decurtato di una percentuale che veniva trattenuta dal titolare dell’esercizio.
Successivamente venivano effettuati tentativi di pagamento con diverse carte di credito dapprima per importi irrisori tesi a verificare il funzionamento dello strumento di moneta elettronica e, solo in caso positivo, per importi più consistenti. In una circostanza i criminali avevano provato ad eseguire, senza successo, presso un rivenditore di auto, un pagamentoda 500.000 euro con una carta intestata ad un cittadino degli Emirati Arabi.
Le vittime delle carte clonate non hanno riguardato solo italiani ma anche residenti in altri Paesi europei. Grazie a diverse perquisizioni eseguite sono stati anche rinvenuti e sequestrati diversi notebook, smartphone e tablet dalla cui analisi i finanzieri hanno potuto reperire nuovi elementi di dettaglio.
Di seguito, un video dell’operazione:
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