Il cane guida di una dipendente non vedente del centralino del presidio ospedaliero di Pescara ha mandato il tilt nei giorni scorsi l’attività lavorativa del centralino stesso per la decisione degli altri 4 operatori di abbandonare il posto di lavoro a causa della presenza del 4 zampe, un esemplare femmina di labrador che accompagna la donna nei suoi spostamenti quotidiani.
È stato addirittura richiesto l’intervento del 118 a causa del malore che il presunto cattivo odore del cane avrebbe procurato a uno degli dipendenti. In seguito a questo episodio, il delegato regionale per la tutela dei diritti degli
animali di Codici Abruzzo, Gabriele Bettoschi, ha incontrato, insieme al presidente provinciale dell’Unione Italiana Ciechi, Gabriele Colantonio, il segretario provinciale della Uil Sanità, Francesco Marcucci, che nei giorni scorsi aveva chiesto l’intervento della direzione sanitaria amministrativa per risolvere il problema.
«La lettera inviata all’amministrazione della Asl di Pescara, con la quale i lavoratori del centralino rifiutavano di recarsi sul posto di lavoro se non si fossero presi provvedimenti», precisa la Uil, «è stata solo l’ultimo dei molti solleciti rivolti all’amministrazione rimasti tutti senza riscontro a causa dell’inerzia dei vertici aziendali che, per “paura” di assumere una qualsivoglia decisione, hanno ritenuto di ignorare la questione, esasperando i lavoratori sia per la difficoltà della situazione stessa che per il senso di abbandono provocato dall’indifferenza dei vertici aziendali, non certo per la volontà di attaccare una lavoratrice disabile ed il suo animale, ma in quanto non più tollerabile a seguito del malore che giorni orsono ha colpito un proprio collega di lavoro».
La Uil fa anche sapere che «la denuncia sulla situazione del centralino di Pescara è stato un gesto teso a tutelare non solo i diritti dei lavoratori, bensì soprattutto quelli dell’animale e della propria padrona, entrambi costretti a convivere quotidianamente in un clima negativo fortemente lesivo della propria salute e serenità, che doveva e poteva esser per tempo risolto mediante semplici accorgimenti che permettessero a tutti, e ribadiamo in primo luogo alla disabile ed all’animale, una dignitosa e salubre condizione lavorativa, a differenza di quanto ora avviene nello stanzone nel quale tutti loro sono stipati».
Codici Abruzzo si ritiene soddisfatto per le precisazioni ottenute dalla Uil, auspica che la Asl chiarisca quali iniziative intende adottare per favorire forme più civili di convivenza uomo animale e chiede come mai il Servizio Veterinario Asl non abbia sentito la necessità di intervenire per verificare le condizioni del cane.
«Infatti», precisa Bettoschi, «una volta verificate le condizioni di salute del cane, che supponiamo ottime, non rimane che agire affinché si attui una vera cultura d’integrazione, anche sul posto di lavoro, tra animali e persone, tra normodotati e diversamente abili e che finalmente la Asl di Pescara si doti un sistema operativo “voip” che supporti l’operatrice con messaggi vocali».