Search

Balneazione, ordinanza di divieto falsificata: tutti chiedono le dimissioni del sindaco

Il sindaco Marco Alessandrini avrebbe ammesso, nel corso dell’interrogatorio di fronte al pm Anna Rita Mantini, di aver falsificato l’ordinanza per il divieto di balneazione, retrodatandola dal 3 al primo agosto.

Se prima in molti chiedevano le dimissioni del primo cittadino, adesso queste sembrano a tanti un atto dovuto, visto che si è mentito in maniera palese sia al consiglio comunale che alla cittadinanza. Ovviamente la magistratura farà il suo corso e accerterà se ci siano i margini per formulare un rinvio a giudizio e nel caso una condanna, ma ora il discorso è morale e politico: può un sindaco che mente spudoratamente essere degno di tale ruolo?

Inserisci il tuo codice AdSense qui

Secondo le opposizioni assolutamente no. Per Lorenzo Sospiri, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, «la permanenza del sindaco Alessandrini nella sua carica di primo cittadino è divenuta incompatibile con Pescara. Dopo tutte le bugie sull’emergenza balneazione raccontate per tre mesi ai cittadini di Pescara, alle Istituzioni, dopo i tentativi di confondere le acque, di mascherare la realtà, di nascondere la verità, è arrivata la ciliegina sulla torta, ossia il tentativo di ‘contraffare’ la realtà dei fatti anche dinanzi al Magistrato, sino a essere smascherato non da un moto della coscienza, ma da un’intercettazione telefonica, che praticamente lo ha costretto a rivelare il giochino, ossia che l’ordinanza di divieto di balneazione non è mai stata redatta il primo agosto, come ha sempre sostenuto, ma il 3 agosto ed è stata retrodatata al primo agosto per zittire le polemiche e la politica». Forza Italia mobiliterà il territorio per chiedere ogni giorno le dimissioni di Alessandrini e della sua giunta.

Netta anche la posizione dei consiglieri comunali di Ncd, Guerino Testa, Alfredo Cremonese e Massimo Pastore: «Alla luce della ammissione di responsabilità penale da parte del Sindaco di Pescara , sottaciuta colpevolmente e consapevolmente per tante settimane, nonché nella seduta consiliare straordinaria dello scorso 1 ottobre non ci sono più i presupposti per continuare il suo mandato da sindaco, in quanto palesemente ha tradito la fiducia della cittadinanza. Ci chiediamo, infine, come l’attuale maggioranza possa continuare a sostenere un sindaco che ha tradito anche la loro fiducia. Ovviamente la mancata presa di posizione da parte della maggioranza nei confronti di Alessandrini comporterebbe una evidente colpevole complicità politica anche dei medesimi».

Affonda il colpo anche l’ex vice sindaco Berardino Fiorilli: «Oggi più che mai le dimissioni del sindaco Alessandrini sono obbligatorie e necessarie per ristabilire un clima di sincerità e di serenità a Pescara. Sin dal primo giorno ho sollevato dubbi e sospetti su quell’ordinanza-fantasma di divieto di balneazione datata primo agosto; oggi si è scoperto che avevo ragione, l’ordinanza è stata scritta solo il 3 agosto. Dunque il sindaco Alessandrini ha mentito almeno due volte: la prima quando ha falsificato la data di quello che è un documento di legge ufficiale; la seconda quando ha vergognosamente tentato di infangare anche me, peraltro in mia assenza, attribuendomi comportamenti che mai ho osato neanche immaginare in tutta la mia vita di amministratore, oltre che nella vita personale. Oggi pretendo le scuse del sindaco Alessandrini, ma soprattutto l’associazione “Pescara–Mi piace” pretende le dimissioni sue e di tutta quella maggioranza che continua a sostenerlo in un colpevole silenzio».

Rincara la dose Armando Foschi che chiede «la sospensione immediata dalle rispettive cariche del sindaco e del vicesindaco, entrambi indagati per l’emergenza balneazione, in attesa delle rispettive dimissioni. Nel frattempo facciamo appello alla maggioranza di governo, a quei consiglieri che ignoravano, anche loro, tutta la menzogna costruita attorno all’ordinanza-fantasma del divieto di balneazione, facciamo appello alla loro coscienza affinchè prendano le distanze da chi ha mentito per tre mesi ai pescaresi e firmino, con le opposizioni, la mozione di sfiducia, ormai un atto irrinunciabile, mandando a casa un sindaco che ha dimostrato di non saper amministrare la città».