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Attiva, protesta dei lavoratori interinali davanti al Comune

Hanno indetto la stato di agitazione e presentato un esposto alla Corte dei Conti. Queste le 2 mosse di circa 150 lavoratori interinali di Attiva Spa che negli ultimi 8 anni hanno lavorato con contratti di somministrazione mese per mese.

Nonostante questo pregresso e l’esperienza maturata sul campo, non sono stati considerati per una eventuale stabilizzazione e si sono visti superare dal concorso indetto dalla società pubblica che si occupa della raccolta dei rifiuti per l’assunzione di nuovi operatori ecologici.

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Dei circa 150 lavoratori interinali solo 13 sono quelli ancora in gara nell’attuale fase del concorso.

Inoltre annunciano di aver presentato, in cinquanta, ricorso al tribunale del Lavoro dopo che un loro collega (D’Addazio) ha vinto la causa (con conseguente costituzione di un rapporto di lavoro subordinato) e per questo motivo dovrebbe essere reintegrato, ma Attiva si oppone alla sentenza del giudice.

«Chi pagherebbe questi danni causati dai ricorsi?», si chiedono i lavoratori, «per questo motivo abbiamo presentato un esposto alla Corte dei Conti. Del Comune solo il presidente del consiglio Antonio Blasioli ci ha fatto sapere che della questione si occupa l’azienda direttamente. Ma l’ingegner Del Bianco ci deve dire perché non viene reintegrato il lavoratore che ha vinto la causa e perché si è creata questa situazione. Siamo delusi. Ora ci stanno contattando diverse forze politiche, ma noi siamo solo interinali e vogliamo solo difendere posti di lavoro. Diciamo no a sindacati e forze politiche. Il clima all’interno di Attiva è insostenibile, c’è la caccia alle streghe».

I lavoratori aggiungono anche che «ci siamo trovati costretti a prendere questa iniziativa in quanto, nonostante avessimo cercato all’interno dell’amministrazione comunale qualcuno che ascoltasse quanto sta accadendo a decine e decine di famiglie, abbiamo solo trovato amministratori pubblici, che hanno pensato bene di scaricare le responsabilità sulla società Attiva Spa e nella sua dirigenza. Dimenticano che la società Attiva e di proprietà al 100% del Comune di Pescara e la responsabilità è solidale, in particolare quando l’ente comunale ha un diritto/dovere di controllo analogo sulla sua società».

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