Sono 3 le persone che sono state arrestate dalla Squadra Mobile della Questura di Pescara con l’accusa di sfruttamento della prostituzione.
A finire in manette sono stati 3 cittadini albanesi, 2 uomini e una donna: E.G., 34 anni, D.T., 23 anni e A.A., 20 anni.
La Squadra Mobile pescarese, in collaborazione con quella della Questura di Modena, al termine di una indagine coordinata dalla Procura, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip (giudice per le indagini preliminari) del tribunale del capoluogo adriatico, Antonella Di Carlo, su richiesta del pm (pubblico ministero) Gennaro Varone. I 3 arrestati sono indiziati di aver fatto entrare illegalmente nel nostro Paese giovani connazionali allo scopo di sfruttarne la prostituzione.
Al 34enne l’ordinanza di arresto è stata notificata nel carcere di Lanciano nel quale è ristretto da un paio di mesi dopo un’operazione contro il racket della prostituzione. Proprio dalle indagini scaturite da quella operazione, denominata “Mami”, è emerso come i 3 arrestati facessero entrare in modo illegale in Italia alcune giovani (2 albanese e una rumena) con la scusa di trascorrere un periodo di vacanza per poi avviarle alla prostituzione al fine di recuperare il denaro utile a coprire le spese legali.
Uno dei tre albanesi avrebbe ospitato per qualche giorno alcune ragazze in una alloggio Ater, occupato in maniera abusiva e sottoposto ora a sequestro preventivo, in via Rigopiano.
La ragazza del gruppo è stata arrestata nella provincia di Modena mentre il 23enne è stato rintracciato a Pescara. Le indagini, come illustrato dal vice questore aggiunto, Dante Cosentino, e dall’ispettore capo, Costanzo Pastore, proseguono.