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Aggressione in strada della Bonifica, il racconto della vittima

«Ho temuto ed ero convinta che sarebbe finita male. Di carattere non sono remissiva e anche in quel momento non lo sono stata. Forse anche per questo mi hanno picchiato di più, ma non mi sono arresa. È successo tutto all’improvviso, non ho avuto tempo di pensare, mi hanno attaccata alle spalle e mi hanno legato le mani al petto e imbavagliata. Ero molto spaventata».

Questo il racconto della donna pugliese di 42 anni aggredita martedì sera in strada della Bonifica a Pescara, non distante da dove la stessa risiede. Sul suo corpo porta ancora evidenti i segni dell’aggressione subita, segni esteriori che col tempo svaniranno, molto più complicato sarà eliminare questa brutta parentesi dalla propria interiorità.

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I due uomini l’hanno legata e spogliata e uno dei due si era anche abbassato i pantaloni e aperto la camicia mentre la colpivano con un bastone su tutto il corpo: «Nonostante mi avessero legata io mi dimenavo e allo scopo di farmi stare ferma mi hanno colpita con il bastone in faccia, sugli stinchi e sulle spalle. Lo facevano per tenermi buona. A uno dei due ho tirato un calcio ai testicoli mentre si abbassava su di me».

La donna sottolinea come abbia visto in faccia l’aggressore che aveva frontalmente e come sarebbe in grado di riconoscerlo senza alcun problema. Li ha inoltre sentiti parlare riconoscendo l’accento slavo.

La 42enne, professionista stimata e affermata nel settore dell’euro progettazione, esclude di essere stata vittima di un agguato: «Non sono un volto noto ai carabinieri e se mi avessero voluto fare un agguato lo avrebbero fatto in una via più appartata. Il fine di questa aggressione è una violenza e tutte le donne devono sapere che non siamo più libere di uscire da sole. Io non ho problemi con nessuno, quella sera poteva esserci qualsiasi altra donna».

Una vicenda che ha scosso profondamente la donna: «È stata una situazione devastante, mi ha colpito il fatto che molti si siano fermati ma che nessuno mi abbia aiutato. Ho percepito più curiosità che umanità. Sarò stata 30 minuti nuda e nessuno si è preoccupato. Mi sono sentita molto a disagio quando si è creata la folla di persone curiose. Si sono fermate delle donne alle quali ho chiesto aiuto ma mi guardavano soltanto»

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