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Civitella Casanova, Parco Zoo La Rupe: «Nessun decreto di chiusura»

«Il decreto di chiusura non è ancora stato notificato e verso il quale, nel momento in cui ciò accadesse, siamo pronti a far valere le nostre ragioni». Così replica il Parco La Rupe alla notizia diffusa dalla Lav, la lega antivivisezione, riguardante un decreto firmato dal ministero dell’Ambiente per la chiusura del Parco Zoo La Rupe di Civitella Casanova.

Questo il punto di vista espresso dal Parco La Rupe:

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«In relazione all’obbligo di adeguamento dei Giardini Zoologici, La Rupe ha richiesto, come previsto dalla legge, la deroga dal suddetto adeguamento perché, pur essendo ritenuta idonea nelle strutture, non è in grado di soddisfare alcuni requisiti richiesti al punto 3 della legge: A (partecipazione a ricerche scientifiche); B (partecipazione a programmi di formazione nelle tecniche di conservazione delle specie); D (piani di scambi e prestiti per riproduzioni).  La ragione è che da sempre la nostra struttura, pur avendo puntato ad avere una varietà di specie che potesse soddisfare le visite del pubblico, unica fonte di sovvenzione, ha sempre avuto più una gestione di centro di recupero, disponibile ad accogliere gli animali che in 35 anni ci sono stati affidati dagli Enti Pubblici come il Ministero dell’Ambiente, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Tribunali per animali sequestrati, sempre mantenuti a nostre spese, piuttosto che la ricerca della riproduzione di animali particolarmente significativi per l’interesse zoologico. Questo procedimento di richiesta di deroga è iniziato non 10 anni fa, come ci informa la Lav, ma nel 2012, tanto è vero che nel 2011 viene affidata alla nostra struttura, perché ritenuta in regola, una tigre sequestrata dallo stesso Ministero. Ulteriori sopralluoghi effettuati per conto del Ministero hanno valutato che la suddetta tigre gode di una buona sistemazione difficilmente sostituibile».

Il Parco La Rupe risponde alla Lav anche riguardo al “lucro”: «Il nostro lucro è chiaro, vogliamo mantenere a spese nostre animali e piante, cioè il Parco, come facciamo da 40 anni senza sovvenzione alcuna, contribuendo in maniera innegabile alla diffusione della conoscenza degli animali e delle loro problematiche scientifiche e contingenti.
Sarebbe comunque auspicabile che la Lav contribuisse con fondi propri, senza gravare sui contribuenti come avverrebbe nell’accorato consiglio suggerito al Presidente della Regione per la realizzazione di un centro regionale per il recupero di animali in difficoltà o sequestrati».

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