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Parco d’Abruzzo, morto l’orso “simbolo” Sandrino: aveva 34 anni

Era arrivato quasi ai 34 anni di vita, un’enormità per un orso, ma da ieri mattina, mercoledì 14 ottobre, l’orso Sandrino, vero e proprio ambasciatore, simbolo e mascotte del parco nazionale d’Abruzzo, non c’è più.

L’animale, negli ultimi anni, aveva cominciato ad accusare tutti gli acciacchi legati alla sua veneranda età, per questa ragione l’Ente Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm) aveva predisposto un trasferimento dall’area faunistica dell’orso di Villavallelonga al Centro Visita di Pescasseroli, per poterlo assistere quotidianamente con le cure del veterinario, grazie alle quali è stato possibile alleviare le sofferenze legate al fisiologico invecchiamento.

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Il nome Sandrino venne scelto in onore dell’ex presidente della Repubblica, Sandro Pertini e l’orso per oltre 3 decenni ha rappresentato un vero e proprio ambasciatore, sia per la sua specie, permettendo a molti di conoscere più da vicino le caratteristiche dell’orso marsicano, sia per il parco, che ne ha fatto, suo malgrado, un testimonial d’eccezione, diventando una vera e propria star con migliaia di fans e appassionati.

Sandrino venne recuperato dalle guardie del parco nell’agosto del 1982, pesava circa 10 chili. Cucciolo di pochi mesi, fu trovato in evidente stato di denutrizione con diarrea, disidratazione e febbre perché abbandonato dalla madre che, evidentemente, non era in grado di allevare l’intera cucciolata e aveva selezionato, come accade spesso in natura, i cuccioli più robusti abbandonando al proprio destino quello più debole. L’orsetto venne ricoverato presso le strutture del parco a Pescasseroli, sottoposto a cure specialistiche e salvato da morte sicura.

Rimesso in sesto e cresciuto, il 28 maggio del 1999 venne trasferito nell’area faunistica di Villavallelonga dove è rimasto fino al 23 dicembre del 2014.

L’esperienza di Sandrino, con tutte le luci e le ombre legate ai diversi punti di vista, è stata però molto importante per mettere a punto quelle procedure che hanno consentito al Parco di avviare il tentativo in atto con l’orsetta “Morena”, anch’essa trovata abbandonata sui monti del parco, ma destinata a un tentativo di rilascio in natura, evitandole cioè, oltre alla morte certa, anche la condanna a una vita in cattività.

«Per questo, con un pizzico di fantasia e tanta passione per le storie a lieto fine», scrive l’Ente Parco, «ci piace legare il destino di questi due animali: Sandrino se n’è andato quando “ha sentito” che il suo sacrificio era servito a salvare altri orsi».

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