Il suo nome è Marco Amoretti, e venerdì mattina ha attraccato al porto turistico Marina di Pescara con la sua “originalissima” imbarcazione, vale a dire una Maserati tre porte 222 dell’80.
E, tramite quest’ultima, è partito dalla Liguria e sta provando a compiere l’impresa di raggiungere Venezia.
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«Sono partito dalla Liguria per fare Genova-Venezia ma per l’esattezza sono partito da La Spezia», racconta il protagonista dell’avventura a bordo di un’auto “galleggiante”.
E proprio sulle caratteristiche dell’imbarcazione, e sui dettagli di quella che rappresenta una vera e propria impresa, è lo stesso Amoretti a spiegare come funziona il tutto: «La Maserati tre porte 222 dell’80 è stata costruita in base al principio di Archimede, l’ho impermeabilizzata rendendola uno scafo sigillato. È stato montato un fuoribordo da 15 cavalli ma sarebbe stato meglio un 40 cavalli. Il motore dell’auto è stato tolto ma gomme e sterzo girano ancora».
Tra le possibili insidie per il viaggio di Marco e della sua Maserati figurano sicuramente il meteo e le possibili condizioni avverse del mare, che possono far variare e slittare le date dell’arrivo in Veneto: «Ogni 30-80 chilometri mi devo fermare, e l’ultima tappa è stata quella di Vieste-Termoli. Per il maltempo ho fatto sosta a Ortona e poi sono arrivato a Pescara. Prima di lunedì non credo di ripartire per le condizioni meteo. Il proposito era di approdare a Venezia al Lido per la Mostra del Cinema ma non farò in tempo perché oggi è l’ultimo giorno della Mostra».
A trentanove anni Amoretti, partito dalla “sua” Liguria, si sta quindi cimentando nella circumnavigazione dello Stivale per la seconda volta, e il suo “passaggio” nelle acque che circondano la penisola di certo non passa inosservato: «L’Adriatico è peggiore da navigare rispetto al Tirreno a causa dei venti come il Maestrale che va risalito con il cofano e non avendo una prua la cosa diventa difficoltosa. Questo è il secondo tentativo, dopo quello del 2009, di circumnavigare l’Italia. Suscito una sensazione particolare sicuramente per le barche che mi incontrano in mare con questa auto. Poi sembra di essere sommersi dalle onde all’interno dell’abitacolo. Qui a Pescara», conclude Marco, «non avevo avvisato del mio passaggio, ho visto all’inizio un po’ di diffidenza nei miei confronti, ma adesso è stata superata».