Circonvenzione di persona incapace, tentata estorsione e atti persecutori: queste le accuse delle quali dovranno rispondere 3 persone arrestate dai carabinieri ad Alba Adriatica oggi, sabato 17 febbraio.
I militari della locale Compagnia hanno infatti tratto in arresto (eseguendo la misura di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Teramo su richiesta del Pm) S.A., donna 42enne di Alba Adriatica, per circonvenzione di persona incapace, e altre due persone del posto, S.G., 34enne e S. G. 41enne, i quali dovranno rispondere di tentata estorsione, in concorso, nei confronti dell’ex convivente della vittima.
Le azioni degli arrestati sarebbero state compiute ai danni di un libero professionista di Alba Adriatica affetto da malattia invalidante.
Le indagini sono partite in seguito alla denuncia presentata dal legale della vittima.
In base a quanto emerso la donna, con il pretesto di garantire assistenza morale e materiale al professionista per l’infermità psichica sofferta da quest’ultimo, lo avrebbe indotto a effettuarle le seguenti azioni:
- a donarle un appartamento,
- ad acquistare a una cifra irrisoria un secondo appartamento,
- a vendere, sempre a una cifra irrisoria, al proprio nipote un terzo appartamento
- a cedere al badante della vittima un quarto appartamento.
Per quanto riguarda invece gli altri due arrestati, questi ultimi avrebbero, con continue minacce e pressioni nei confronti della ex compagna della vittima, tentato di estorcere le chiavi di casa al fine di riuscire a entrare in pieno possesso degli immobili in questione.
I tre arrestati, in concorso con altre tre persone, D.R.I 74enne, B.E. 24enne e I.S. 51enne, avrebbero minacciato di morte sia l’ex compagna della vittima che la figlia minorenne.
Queste ultime due avrebbero iniziato a temere per la loro incolumità e per quella dei loro congiunti, subendo un perdurante stato d’ansia e paura.
Per tutte e sei le persone indagate il Gip del Tribunale di Teramo ha disposto il divieto di avvicinamento al professionista e alla ex convivente, alle rispettive abitazioni, ai luoghi di lavoro, e l’impossibilità di comunicare in qualsiasi maniera con le vittime.
Le indagini proseguono per cercare di comprendere se ci siano altre persone coinvolte nella vicenda e per appurare eventuali responsabilità negli episodi descritti.