Una raccolta pari a 96 miliardi nel 2017, di cui l’80% tornato ai giocatori attraverso le vincite e la restante parte divisa quasi equamente tra casse dello Stato (10,5 miliardi di euro) e fatturato dei gestori (9,5 miliardi). Sono questi i numeri del gioco d’azzardo in Italia, un settore sempre al centro del ciclone per via delle tante implicazioni etiche della sua liberalizzazione, da un lato, e gli innegabili effetti positivi su raccolta fiscale e occupazione dall’altro.
In effetti, considerando sia le imprese direttamente coinvolte nella gestione di scommesse e giochi di fortuna che tutto l’indotto connesso alla loro attività, il numero dei lavoratori italiani toccati sfiora le 100mila unità, a dimostrazione di un settore divenuto strategico per l’economia nazionale nel giro di pochi anni.
Le nuove misure per il contrasto ai disturbi da gioco d’azzardo
Va da sé che le critiche rivolte al mondo dell’azzardo sono tutto fuorché infondate. La diffusione dei disturbi da gioco è aumentata di pari passo con la crescita del numero degli appassionati, rendendo indispensabile una riflessione sulla sempre più capillare presenza di ricevitorie e sale giochi, ma anche delle semplici slot machine e videopoker, nelle città italiane.
Tra le prime iniziative del Governo “gialloverde”, come noto, spicca proprio la misura inserita all’interno del Decreto Dignità, varato la scorsa estate, con la quale è stato sancito il divieto di promozione del gioco attraverso qualsivoglia media.
Il provvedimento, privo di carattere retroattivo, non si applica ai contratti stipulati prima del 15 luglio 2018, ma stabilisce comunque l’obbligo di cessare qualunque attività pubblicitaria entro giugno 2019, pena pesanti sanzioni.
Se politicamente parlando il riscontro dell’iniziativa è stato indubbiamente positivo, occorre sottolineare che una levata di scudi è giunta dagli operatori del settore, preoccupati della possibile perdita di pubblico a favore dell’offerta illegale, ma anche da alcune grandi società sportive, legate ai bookmaker da sponsorizzazioni milionarie. Esiste poi un terzo fronte, quello di chi riconosce l’efficacia del provvedimento nel prevenire l’avvicinamento al mondo delle scommesse e del gambling da parte delle “nuove leve”, ma critica la mancanza di iniziative davvero rivolte alla tutela dei giocatori problematici.
Gli italiani e la passione per le puntate
Ma quanti sono esattamente gli italiani dediti all’azzardo?
I numeri più completi sono quelli contenuti all’interno di uno studio redatto dal Cnr di Pisa e pubblicato lo scorso maggio. Stando a quanto rilevato dall’ente, nel 2016 (annata più recente per la quale sono disponibili le rilevazioni complete) era il 43% della popolazione con età compresa tra i 15 e i 64 anni ad aver giocato almeno una volta nel corso dei 12 mesi. Tuttavia, va sottolineato che questa stima tiene conto anche dei giocatori occasionali, dediti, ad esempio, ad un semplice gratta e vinci una tantum.
Più complesso trovare dati univoci per quanto riguarda la diffusione della ludopatia, anche in virtù della diversa gravità con la quale la patologia può manifestarsi: le stime del Cnr parlano di una quota di giocatori affetti da dipendenza pari al 2,2% del totale.
La diffusione del gioco tra gli under 18
Tra gli aspetti più controversi del mondo dell’azzardo italiano vi è il rapporto tra i giovanissimi ed il gioco. Nonostante la legge vieti tassativamente l’accesso a scommesse, slot machine e giochi con puntate e premi in denaro di qualsivoglia tipologia agli under 18, sempre dal report del Cnr emerge che, mediamente, è solo 1 ragazzo su 4 ad incontrare la netta opposizione dell’esercente nel tentativo di accedere al gioco.
É proprio per questa ragione che all’interno del testo del Decreto Dignità trova spazio anche la norma per cui tutti i videopoker e le slot machine presenti sul territorio nazionale dovranno essere sostituiti con apparecchi equipaggiati con lettore di tessera sanitaria entro gennaio 2020. Per accedere al gioco sarà necessario dimostrare la propria maggiore età inserendo il documento all’interno della slot, riprendendo la soluzione già adottata da bookmaker e casinò online, dove l’accesso a puntate e giochi è possibile solo previa verifica dell’identità.
Il riscontro positivo dei casinò online
Il modello delle sale da gioco virtuali potrebbe rappresentare a tutti gli effetti il futuro dell’azzardo. Lo scorso anno, la raccolta dei casinò online sfiorava i 600 milioni di euro, dimostrando l’ottimo stato di salute di un comparto cresciuto di pari passo con il declino delle grandi case da gioco nazionali.
Tra gli ingredienti del successo di slot machine, poker, blackjack, roulette, bingo e giochi di carte tradizionali in versione digitale c’è la praticità e la versatilità di un’offerta ormai sempre “a portata di tap” grazie a smartphone ed app dedicate, ma anche al puntuale lavoro dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, impegnata nella verifica del pieno rispetto degli standard di qualità e sicurezza imposti ai gestori.
I casinò online non solo curano l’esperienza utente per garantire momenti di svago in totale sicurezza, ma adottano anche un’importante serie di accorgimenti che hanno come obiettivo la tutela dei giocatori e la promozione del gioco responsabile e sicuro.
La comunicazione trasparente
In primis, le piattaforme dedicate al gambling online si impegnano ad adottare politiche votate alla trasparenza: con pochi click gli utenti possono accedere alle probabilità di vincita relative ai vari giochi, alle normative, ai termini e alle condizioni di utilizzo e, soprattutto, a regolamenti chiari ed esaustivi.
Il gioco, poi, non è riservato esclusivamente a chi intende puntare denaro reale, ma anche a chi si accontenta semplicemente del brivido di una giocata, pur senza la possibilità di ottenere vincite concrete, come avviene nel caso di tutte le slot machine proposte da questo noto gestore italiano.
La limitazione dell’accesso per i minorenni…
Tutte i casinò online in possesso di regolare autorizzazione dell’ADM impongono agli utenti la registrazione di un account e l’apertura di un conto gioco prima di poter accedere ai vari intrattenimenti proposti. Per completare l’attivazione del conto gioco, è indispensabile inviare la scansione fronte-retro di un documento personale (in genere carta di identità, patente, passaporto o simili).
Questo semplice accorgimento impedisce ai minori di registrarsi e puntare online, permettendo peraltro ai gestori di accertarsi che nessun giocatore possa aprire più di un conto gioco a proprio nome sulla stessa piattaforma.
…e quella delle puntate
La promozione del gioco legale e responsabile passa attraverso strumenti che consentono all’utente di limitare automaticamente la possibilità di puntare.
Il primo meccanismo è quello dell’autolimitazione. In sostanza, per completare la registrazione alla piattaforma di gioco occorre specificare un tetto di spesa massima settimanale, raggiunto il quale la possibilità di effettuare nuovi versamenti, e quindi puntate, viene inibita fino alla settimana successiva.
Il secondo strumento è rappresentato dall’autoesclusione, ovvero una procedura tramite la quale è possibile bloccare l’accesso al proprio conto gioco per uno o più mesi, o anche in maniera definitiva. Nell’ottica di tutelare a pieno il giocatore che riconosce di avere un problema con il gioco, alla richiesta di sospensione del conto registrato presso una specifica piattaforma segue quella di tutti i conti intestati al soggetto, così da rendere impossibile l’accesso ai casinò game per il tempo stabilito. Tale meccanismo è stato reso possibile dalla nascita dell’Anagrafe dei Conti di Gioco, istituita ufficialmente all’inizio del 2018.