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Divieto di balneazione, l’ordinanza del sindaco c’era ma non è stata diffusa

«Dispone di trasmettere la presente ordinanza ai gestori degli stabilimenti balneare del Comune di Pescara il cui tratto di costa è interessato dal divieto temporaneo di balneazione, per darne immediata comunicazione ai bagnanti». Firmato il sindaco Marco Alessandrini.

Nel corso della commissione Ambiente svolta questa mattina, venerdì 7 agosto in Comune, è emerso che il primo cittadino aveva emesso un’ordinanza (la numero 413, poi rimossa con la 415), firmata l’1 agosto, per il divieto di balneazione per il tratto di litorale antistante la zona di via Balilla, ma che poi non l’ha diffuso perché convinto le successive analisi dell’Arta avrebbero dato esito positivo.

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All’ordinanza non sarebbe stato dato seguito con l’apposizione dei cartelloni di divieto di balneazione per una questione definita di “costi-benefici”. Dunque si è scelto intenzionalmente di non far sapere nulla alla cittadinanza. Tra l’altro l’ordinanza non è nemmeno reperibile (almeno a oggi pomeriggio venerdì 7 agosto) sull’albo pretorio online del Comune dove inserendo il numero 413 nella ricerca tra le ordinanze non esce nulla.

Insorge l’opposizione: «Un sindaco inadeguato, incapace di salvaguardare la salute dei suoi cittadini», dicono i consiglieri comunali di Forza Italia Marcello Antonelli, Vincenzo D’Incecco e Fabrizio Rapposelli commentando l’operato del primo cittadino Alessandrini.

«Il sindaco e l’amministrazione comunale», aggiungono gli esponenti di Forza Italia, «prima di prendere un qualsiasi provvedimento, dimostrando un’assoluta mancanza di buon senso, hanno atteso di conoscere i risultati delle analisi dell’Arta effettuate il 29 luglio e il cui esito è stato comunicato al Comune 48 ore dopo (il 31 luglio). Chiaramente gli esiti degli esami hanno certificato la non balneabilità delle acque e solo allora Alessandrini si è deciso ad emettere un’ordinanza ma intanto siamo arrivati al 1 agosto e tutti quei cittadini che hanno fatto il bagno in un mare inquinato dal 29 luglio non avevano ricevuto nessun tipo di comunicazione o avvertimento come logica avrebbe voluto».

Polemici anche l’ex vice sindaco Berardino Fiorilli e l’ex assessore Armando Foschi dell’associazione Pescara Mi Piace, secondo i quali «il 31 luglio scorso il sindaco Alessandrini ha avuto tra le mani l’esito delle analisi sulla balneazione che gli hanno dato la conferma matematica che le acque del mare erano contaminate dai colifecali e streptococchi; dopo ventiquattro ore, il primo agosto, ha firmato l’ordinanza per vietare la balneazione, ma, contravvenendo alle previsioni della legge 116 del 2008, ha deciso di non dare attuazione a quella ordinanza, ovvero non l’ha divulgata alla popolazione né ha fatto installare i cartelli per vietare la balneazione. Anzi, ha permesso che i cittadini continuassero per giorni a farsi il bagno nell’acqua sporca di feci. A questo punto è chiaro che la vicenda non può ritenersi chiusa con una pacca sulla spalla e una stretta di mano; sull’episodio va fatta chiarezza in tutte le sedi competenti, perché un sindaco non può arrogarsi il diritto di decidere, in maniera autonoma, quali sono le notizie vitali per la popolazione da rendere pubbliche o meno, senza rispondere a norme e regole».

Pescara Mi Piace, la prima a denunciare lo sversamento in mare delle feci, torna a chiedere anche «le dimissioni del sindaco Alessandrini, dell’assessore all’ambiente, completamente assente sull’intera vicenda, e anche del vicesindaco che, addirittura, mentre l’Arta certificava l’inquinamento delle acque, emanava un comunicato stampa per dire che si era rotta una condotta, ma che non c’erano problemi di balneabilità, ovvero l’esatto contrario della realtà».

Nel corso della commissione, alla quale hanno partecipato anche Aca, Arta e Giustino Parruti, primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale, è stato anche chiarito come non ci sia alcun allarme in relazione a gastroenteriti e problemi delle pelle in seguito ai bagni in mare.


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