Due scritte offensive a caratteri cubitali, fatte con una bomboletta a spray, accanto e sulla porta d’ingresso della propria agenzia di viaggi a Chieti Scalo.
Questa l’insolita “sorpresa” che si è trovato davanti agli occhi uno dei titolari della Last Minute Tour giovedì mattina, 25 febbraio, all’orario di apertura.
Per vedere la galleria di foto delle scritte e del “motivo” all’origine dell’azione dei vandali, clicca sull’immagine qui di seguito:
Due frasi abbastanza eloquenti nei contenuti e anche nei toni: “PE merda” (con riferimento a Pescara) e “Leva il portachiavi”, la prima scritta sul marmo accanto all’ingresso, e l’altra che ha imbrattato, in maniera indelebile, i vetri e la porta d’ingresso dell’agenzia di viaggi in via Benedetto Croce, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Chieti.
«La prima reazione è stata di incredulità», spiega Luca Luciani, uno dei due soci che gestiscono l’agenzia, «All’inizio pensavo fosse stato uno scherzo di un amico, e ho provato addirittura a levar via la vernice col dito».
Poi, però, l’amara sorpresa: ignoti vandali, nel corso della notte tra mercoledì e giovedì, hanno infatti imbrattato il tutto con spray indelebile, causando danni per almeno diverse centinaia di euro alla porta in legno verniciato e ai relativi vetri, oltre che alla parete di marmo accanto.
E l’incredulità del titolare risulta ancora più evidente se si osserva il riferimento della seconda frase, quella minacciosa stampata direttamente sull’infisso, e che invita a rimuovere il “portachiavi”.
Già, perché il motivo che ha generato l’atto vandalico è un portachiavi presente all’interno dell’agenzia, che reca impresso il delfino, simbolo del Pescara Calcio. Un oggetto delle dimensioni di circa 5 centimetri (metà del palmo di una mano, come è possibile notare dalle foto), posizionato in un angolino del soffitto, difficile da notare per chi entra nell’agenzia, e praticamente impossibile da vedere dall’esterno dell’esercizio: «Che sia stato qualcuno che, per un motivo o per l’altro, è entrato dentro all’agenzia, è una certezza, perché da fuori il portachiavi non si vede e i vetri hanno effetto riflettente».
Un portachiavi che reca il logo del Pescara Calcio, e che è presente all’interno dell’agenzia, da almeno 8 anni: «Un fornitore, diversi anni fa, ci ha regalato questi gadget in spugna; alcuni li ho distribuiti, mentre un altro l’ho appeso al soffitto, senza alcun intento».
Entrambi i soci a capo dell’agenzia di viaggi sono pescaresi ma, per quanto riguarda gli aspetti “sportivi”, e in particolare calcistici, non hanno quasi nulla a che vedere con il “delfino”: «A dirla tutta», svela Luciani, «io sono interista e mi capita di seguire l’Inter anche a Milano, mentre il mio socio è laziale, quindi non c’è motivo calcistico».
Un gesto, quindi, apparentemente inspiegabile, anche perché “l’oggetto del contendere” è presente lì, minuscolo e isolato, da diversi anni, e nulla nel corso del tempo ha lasciato mai presagire reazioni di tal tipo: «Lavoro qui dal 2005, e non è successo assolutamente mai uno screzio. Nessuno di noi si è mai posto il problema di nulla. Inoltre non parlo di calcio nemmeno coi clienti, e con gli esercizi nelle vicinanze i rapporti sono ottimi».
Alla vista delle scritte, giovedì mattina, Luca Luciani ha postato una relativa foto su Facebook, raccontando quanto avvenuto, e soprattutto spiegando che, al di là della minaccia impressa sulla vetrina del negozio, “il portachiavi non si muove da lì”.
Un messaggio, quello postato sul social network, che ha ricevuto la solidarietà di numerosi utenti, sia teatini che pescaresi, ma anche alcuni commenti negativi: «Non mi piego di certo di fronte alle minacce in stile “mafioso” della scritta. Sentirmi dare del provocatore per aver messo un portachiavi con uno stemma della città dove sono nato, è assurdo. Anche perché non c’è stata alcuna “ostentazione”: il portachiavi è lì, da sempre, in alto all’angolo dietro la scrivania».
«Su Facebook ho notato due tipi di reazioni al mio post. La stragrande maggioranza delle persone di Chieti e di Pescara ha espresso solidarietà. È stato un post che non se la prendeva con nessuno, solamente una cronaca di quello che è successo. Accanto a questi, ho notato anche persone di oltre trent’anni, grandi e vaccinate quindi, che non dico che abbiano fatto un “plauso” al gesto compiuto all’ingresso dell’agenzia, ma qualcuno di questi mi ha fatto capire che “se fai queste cose, te le cerchi”. E questo è grave, perché le parole sono state dette e scritte non da ragazzini, che magari tra un anno se ne dimenticano, ma da adulti ultra trentenni, e questa è la cosa preoccupante. La cosa più grave di tutta la vicenda non è la scritta sulla porta, ma il pensiero espresso da gente grande e vaccinata».
Ovviamente, alla scoperta delle scritte con lo spray, ha fatto seguito una denuncia contro ignoti presentata ai carabinieri, e l’autore (o gli autori) del gesto potrebbero essere stati anche immortalati dalle telecamere installate davanti ad alcuni degli esercizi presenti in zona: «La reazione a questa faccenda non è stata di rabbia. Non ho infatti nessuna rabbia, cerco solamente di capire cosa possa spingere un imbecille a fare una cosa del genere e qualche altro a scriverla o pensarla. Non ho mai ostentato “pescaresità” qui, ma ci tengo a dire, alla luce di quanto successo, che non mi devo vergognare di nulla, e quindi nemmeno del posto dove vivo e sono nato, e non voglio passare per provocatore».
La vicenda sta comunque avendo una grande risonanza mediatica, anche sui social network, ma Luca Luciani ci tiene a smorzare anche i toni: «Non voglio fare nessuna crociata. Mi sono trovato sempre bene qui, e volevo solo che avesse visibilità il gesto fatto».
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