Search

Cepagatti, permessi per disabili intestati a persone decedute: 50 contrassegni ritirati

Una serie di controlli a tappeto ha permesso di scoprire diversi utilizzi impropri dei contrassegni per i disabili a Cepagatti.
A far emergere il tutto, la Polizia locale della cittadina del pescarese, che negli ultimi giorni ha avviato una vasta operazione di controlli sul territorio comunale proprio per verificare la regolarità dei permessi per le persone diversamente abili.

Antonio di virgilio comandante polizia locale Cepagatti

Inserisci il tuo codice AdSense qui

L’esito dei controlli ha permesso di ritirare circa una cinquantina di permessi “irregolari”. L’operazione condotta dalla polizia locale diretta dal capitano Antonio Di Virgilio è stata effettuata con un duplice scopo:

  • contrastare l’utilizzo improprio del permesso da parte di chi non ne ha diritto,
  • avvisare i titolari dei pass sulla novità riguardante il fatto che non sono più validi i “vecchi” tesserini di colore arancione, sostituiti dallo scorso 15 settembre dal Cude (Contrassegno unificato disabili europeo), di colore azzurro.

Circa 500 sono stati i pass controllati dalla polizia locale (la quale ha provveduto anche a contattare i relativi titolari e ad annunciare le novità precedentemente descritte).
Ebbene, durante le ispezioni condotte, sarebbe stato notato che diversi contrassegni ancora “in circolazione” erano intestati a persone decedute.

Questi ultimi, e altri pass “irregolari” sono stati pertanto ritirati per un ammontare complessivo di circa 50 “casi”.
A tal proposito, ecco le parole del vicesindaco di Cepagatti, Domenico Di Meo sulla vicenda:

«I controlli della Polizia locale  hanno consentito di scoprire persone che non avevano diritto a esporre il contrassegno e ad occupare i parcheggi destinati agli invalidi. Questi posti non sono un privilegio ma una necessità per chi ha bisogno di scendere dalla carrozzina o vive altre condizioni di invalidità. E’ segno di civiltà rispettare le regole: parcheggiare, anche solo per un istante, in un posto riservato significa rendere difficile la vita a queste persone».