«Indirizzare le persone a una donazione del sangue più periodica, più costante, più bilanciata nel tempo e maggiormente orientata a cicli regolari: questo è un passo in più che ci viene chiesto, è un livello differente d’impegno che noi, sulla scorta delle nostre esperienze associative, dobbiamo veicolare e promuovere verso tutti all’interno della nostra comunità provinciale».
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Questo il messaggio principale lanciato ieri pomeriggio nel corso dell’assemblea annuale ordinaria dell’Avis Provinciale Pescara dal presidente Camillo Bosica.
Nel corso della riunione, alla quale hanno preso parte 18 presidenti e 40 delegati oltre a Giulio Di Sante, presidente regionale dell’Avis, Patrizia Accorsi, primario del centro trasfusionale dell’ospedale di Pescara e Marco Lombardo presidente della Lilt, è stato fatto il punto, tramite la relazione sanitaria redatta dal direttore Aldo Spanò, su tutta l’attività di donazione e raccolta sangue svolta dall’importante associazione di volontariato nell’intero territorio della provincia pescarese nel corso dell’anno passato.
Nel 2017 i soci totali hanno toccato quota 4.174 (erano 4.136 nel 2016) di cui 3.969 donatori (erano 3.916 nel 2016) e le donazioni sono state complessivamente 6.320.
«Oggi», aggiunge Bosica, «la promozione della donazione del sangue va fatta angolando il messaggio su temi sempre più specifici e mirati. Il declassamento strutturale dei presidi ospedalieri, la diminuzione delle loro risorse finanziarie ci deve indurre a recuperare la modalità aggiuntiva di raccolta sangue attraverso lo strumento dell’autoemoteca impiegandola in occasioni mirate. Continueremo ad avere di fronte e a contrastare l’inestinguibile problematica della raccolta del bene sangue, un sistema continuamente sottoposto alle flessioni e agli appesantimenti delle tante emergenze sanitarie che ogni anno sopravvengono. Dobbiamo mettere in circolo l’idea che la razionalità deve cercare di prevalere sulla emotività, il ragionamento deve provare a sovrastare il pensiero generoso che porta i cittadini a riempire i centri di raccolta».
«Per fortuna che c’è l’Avis in provincia di Pescara», sottolinea Patrizia Accorsi, primario del centro trasfusionale, «perché sicuramente senza l’Avis noi non riusciremmo a garantire l’autosufficienza per i pazienti della provincia che è sempre più complicata da raggiungere. C’è sempre più bisogno di donazioni di sangue perché viviamo sul filo di un rasoio ma c’è un potenziale per crescere ancora e sono sicura che l’Avis sia in grado di lavorare bene. L’Avis, anche nella sua sede, comincerà a raccogliere anche il plasma che è uno degli emocomponenti che non poteva raccogliere perché non aveva un separatore dedicato che invece entrerà in funzione a maggio».
All’assemblea ha partecipato anche Andrea Norscia, responsabile del gruppo giovani dell’Avis Provinciale di Pescara che come obiettivo si pone quello di ricostituire un folto gruppo giovani provinciale «perché non sempre i ragazzi che decidono di donare manifestano anche la volontà di impegnarsi nell’associazione».
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